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DEPURAZIONE ACQUE A LIVORNO

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Divisione depurazione


La nostra competenza si estende nell'installazione e nella progettazione di impianti e ulteriori sistemi di depurazione acque anche ad uso domestico.

Degrassatori

La degrassatura è un pre-trattamento fisico di rimozione degli oli, delle schiume, dei grassi e di tutte le sostanze che hanno peso specifico inferiore a quello del liquame. Il degrassatore non è altro che una vasca di calma in cui avviene la separazione per flottazione (risalita) delle sostanze a peso specifico inferiore a quello dell’acqua e la sedimentazione di una parte dei solidi sospesi che si depositano sul fondo della vasca.

  • Utilizzo e specifiche

    • OLI E GRASSI: area di ingresso in cui viene smorzata la turbolenza del flusso entrante e in cui si accumulano le sostanze con peso specifico minore dell’acqua (oli, schiume, ecc…).
    • AREA DI CALMA: zona di deflusso del refluo separato e trattato
    • SEDIMENTI: area in cui si realizza il temporaneo accumulo dei solidi (residui di cibo, ecc…)
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento primario delle acque grigie provenienti da cucine, lavandini, bidet, docce, vasche da bagno, lavatrici e lavastoviglie.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Decreto Legislativo n°152/06, Delibera Regionale Emilia Romagna n°1053/03, Delibera Regionale Umbria n°1171/07.
    • CERTIFICAZIONE DI PRODOTTO: UNI EN 1825-1 Separatori di grassi – Parte 1: Principi di progettazione, prestazione e prove, marcatura e controllo qualità. Esclusa la gamma modulare.
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Degrassatori tricamerali

Il degrassatore è un trattamento primario a servizio delle acque grigie domestiche o assimilabili, in cui avviene la separazione per flottazione (risalita) delle sostanze a peso specifico inferiore a quello dell’acqua, la riduzione della velocità del fluido consente anche la sedimentazione di una parte dei solidi sospesi, che si depositano sul fondo della vasca.

I degrassatori Tricamerali sono costituiti da una vasca in polietilene all’interno della quale sono presenti dei setti separatori in PE che permettono di dividere il volume utile in tre comparti: una zona di ingresso in cui viene smorzata la turbolenza del flusso entrante, una zona in cui si realizza la separazione ed il temporaneo accumulo dei solidi ed una terza zona di deflusso del refluo trattato.

  • Utilizzo e specifiche

    • AREA DI CALMA: zona in cui viene smorzata la turbolenza del flusso.
    • SEDIMENTI: area in cui si realizza il temporaneo accumulo dei solidi (residui di cibo, etc.).
    • OLI E GRASSI: area in cui viene smorzata la turbolenza del flusso entrante e in cui si accumulano le sostanze con peso specifico minore dell’acqua (oli, schiume, etc.).
    • CHIARIFICAZIONE: area in cui avviene la chiarificazione finale del flusso.
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: Trattamento primario delle acque grigie provenienti da cucine, lavandini, bidet, docce, vasche da bagno, lavatrici e lavastoviglie.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Delibera Regionale n. 1053/03 Emilia Romagna- ATO8 Forlì-Cesena, Decreto Legislativo n. 152/06, Delibera Regionale Emilia Romagna n°1053/03, Delibera Regionale Umbria n°1171/07
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Vasche biologiche IMHOFF

Le vasche biologiche tipo Imhoff sono costituite da due scomparti sovrapposti e idraulicamente comunicanti. Nel comparto superiore i solidi sedimentabili raggiungono per gravità il fondo del sedimentatore che ha una opportuna inclinazione per consentire il passaggio dei fanghi nel comparto inferiore dove avviene la digestione.

  • Utilizzo e specifiche

    • SEDIMENTAZIONE: area di sedimentazione dei solidi in ingresso
    • DIGESTIONE: area in cui avviene la digestione e il deflusso del refluo trattato
    • FANGHI: area in cui si realizza la formazione dei fanghi biologici responsabili della depurazione del refluo
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento primario delle acque nere provenienti da wc.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Delibera Comitato Interministeriale per la Tutela delle Acque n°48/77, Decreto Legislativo n°152/06, Delibera Regionale Emilia Romagna n°1053/03, Delibera Regionale Umbria n°1171/07, Delibera D.A.C.R. n°145/10 Piano Tutela Acque Marche, Decreto del Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano n°6/08.
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Vasche biologiche settiche

Le fosse settiche costituiscono un affidabile dispositivo per il trattamento primario dei reflui, si tratta di sistemi di depurazione passivi, molto stabili, semplici e poco costosi; vengono utilizzate soprattutto nel settore della depurazione di scarichi civili di piccole comunità.

  • Utilizzo e specifiche

    • AREA DI CALMA: zona in cui il refluo in ingresso rallenta permettendo la decantazione dei fanghi e la separazione di eventuali sostanze leggere.
    • FANGHI: i fanghi separati si accumulano sul fondo del serbatoio e vanno incontro ad un processo di digestione anaerobica da parte della flora batterica.
  • Caratteristiche tecniche

    • TIPOLOGIE: Monocamerale, Bicamerale e Tricamerale.
    • IMPIEGO: trattamento primario delle acque nere provenienti da wc.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Delibera Comitato Interministeriale per la Tutela delle Acque n°48/77, Decreto Legislativo n°152/06.
    • CERTIFICAZIONE DI PRODOTTO: UNI EN 12566-1 piccoli sistemi di trattamento delle acque reflue fino a 50 PT. Parte 1: Fosse settiche prefabbricate.
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Impianti a fanghi attivi a basso carico

Gli impianti a fanghi attivi sono sistemi di trattamento secondario che sfruttano l’azione di colonie batteriche che rimanendo in sospensione nel liquame consumano il materiale organico biodegradabile utilizzandolo come nutrimento, per ottenere l’energia necessaria ed il materiale occorrente per la sintesi di nuove cellule.

  • Utilizzo e specifiche

    • AREA DI OSSIGENAZIONE: zona in cui grazie alla presenza di piatti diffusori d’aria a micro bolle, alimentati da soffiante-compressore esterno, il refluo viene miscelato ed ossigenato. In questa maniera si sviluppa una flora batterica aerobica che trasforma i composti biodegradabili in CO2, l’azoto organico in ammoniaca e l’ammoniaca in nitrati.
    • AREA DI SEDIMENTAZIONE: zona di calma in cui i fanghi residui sedimentano e vengono convogliati nuovamente alla sezione di ossigenazione.
    • DISINFEZIONE FINALE: alloggio, sulla tubazione di uscita, nel quale posizionare una pastiglia di cloro a lento rilascio. Il refluo, prima di essere scaricato viene così disinfettato.
    • SOFFIANTE: (compreso nella fornitura).
    • PIATTO DIFFUSORE: (compreso nella fornitura).
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento secondario delle acque reflue civili.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Delibera Comitato Interministeriale per la Tutela delle Acque n°48/77, Decreto Legislativo n°152/06.
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Impianti a fanghi attivi ad ossidazione totale

Gli impianti a fanghi attivi ad ossidazione totale sono sistemi di trattamento primario delle acque reflue (comunque precedentemente degrassate) che sfruttano l’azione di colonie batteriche che rimanendo in sospensione nel liquame consumano il materiale organico biodegradabile utilizzandolo come nutrimento, per ottenere l’energia necessaria ed il materiale occorrente per la sintesi di nuove cellule.

  • Utilizzo e specifiche

    • AREA DI OSSIGENAZIONE: zona in cui grazie alla presenza di piatti diffusori d’aria a micro bolle, alimentati da soffiante-compressore esterno, il refluo viene miscelato ed ossigenato. In questa maniera si sviluppa una flora batterica aerobica che trasforma i composti biodegradabili in CO2, l’azoto organico in ammoniaca e l’ammoniaca in nitrati.
    • DISINFEZIONE FINALE: alloggio, sulla tubazione di uscita, nel quale posizionare una pastiglia di cloro a lento rilascio. Il refluo, prima di essere scaricato viene così disinfettato.
    • SOFFIANTE: (compreso nella fornitura).
    • PIATTO DIFFUSORE: (compreso nella fornitura).
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento primario delle acque reflue civili precedentemente degrassate.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Delibera Comitato Interministeriale per la Tutela delle Acque n°48/77, Decreto Legislativo n°152/06.
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Filtri percolatori anaerobici

Il filtro percolatore è un reattore biologico all’interno del quale i microrganismi, che svolgono la depurazione del refluo, si sviluppano sulla superficie di appositi corpi di riempimento disposti alla rinfusa.

  • Utilizzo e specifiche

    • TUBAZIONE DI DISTRIBUZIONE: tubazione forata per la distribuzione omogenea del refluo sulla superficie del filtro.
    • MASSA FILTRANTE: corpi di riempimento in materiale plastico ad alta superficie specifica che fungono da supporto per lo sviluppo di una flora batterica anaerobica responsabile della depurazione del refluo.
    • TUBAZIONE DI RACCOLTA: tubazione per la captazione inferiore del refluo depurato e il successivo convogliamento all’uscita.
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento secondario delle acque reflue civili.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Delibera Comitato Interministeriale per la Tutela delle Acque n°48/77, Decreto Legislativo n°152/06, D.G.R. Emilia Romagna 1053/2003, D.G.R. Umbria 1171/2007. Le Delibere Regionali Emilia Romagna e Umbria richiedono l’applicazione della relazione S=N/h2 che lega la superficie filtrante (S), il numero di abitanti equivalenti (N) e l’altezza filtrante (h), quest’ultimo valore deve essere compreso tra 0,9 e 1,5 m.
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Filtri percolatori aerobici

Il filtro percolatore è un reattore biologico all’interno del quale i microrganismi, che svolgono la depurazione del refluo, si sviluppano sulla superficie di appositi corpi di riempimento disposti alla rinfusa.

  • Utilizzo e specifiche

    • TUBAZIONE DI DISTRIBUZIONE: tubazione forata per la distribuzione omogenea del refluo sulla superficie del filtro.
    • MASSA FILTRANTE: corpi di riempimento in materiale plastico ad alta superficie specifica che fungono da supporto per lo sviluppo di una flora batterica aerobica responsabile della depurazione del refluo.
    • TUBAZIONE DI RACCOLTA: tubazione per la captazione inferiore del refluo depurato e il successivo convogliamento all’uscita.
    • CAMINO DI AERAZIONE: tubazione da portare all’aria aperta per l’ossigenazione della massa filtrante.
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento secondario delle acque reflue civili.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Delibera Comitato Interministeriale per la Tutela delle Acque n°48/77, Decreto Legislativo n°152/06, D.G.R. Emilia Romagna 1053/2003, D.G.R. Umbria 1171/2007. Le Delibere Regionali Emilia Romagna e Umbria richiedono l’applicazione della relazione S=N/h2 che lega la superficie filtrante (S), il numero di abitanti equivalenti (N) e l’altezza filtrante (h), quest’ultimo valore deve essere compreso tra 0,9 e 1,5 m.
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Filtri percolatori aerobici ad uscita alta con soffiante

Il filtro percolatore è un reattore biologico all’interno del quale i microrganismi, che svolgono la depurazione del refluo, si sviluppano sulla superficie di appositi corpi di riempimento disposti alla rinfusa.

  • Utilizzo e specifiche

    • TUBAZIONE DI DISTRIBUZIONE: tubazione forata per la distribuzione omogenea del refluo sulla superficie del filtro.
    • MASSA FILTRANTE: corpi di riempimento in materiale plastico ad alta superficie specifica che fungono da supporto per lo sviluppo di una flora batterica aerobica responsabile della depurazione del refluo. 
    • TUBAZIONE DI RACCOLTA: tubazione per la captazione inferiore del refluo depurato e il successivo convogliamento all’uscita.
    • SOFFIANTE COMPRESSORE: per il pompaggio dell’aria all’interno della vasca (compreso nella fornitura).
    • 5. PIATTI DIFFUSORI: per la distribuzione dell’aria a micro bolle (compreso nella fornitura).
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento secondario delle acque reflue civili.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Delibera Comitato Interministeriale per la Tutela delle Acque n°48/77, Decreto Legislativo n°152/06, D.G.R. Emilia Romagna 1053/2003, D.G.R. Umbria 1171/2007. Le Delibere Regionali Emilia Romagna e Umbria richiedono l’applicazione della relazione S=N/h2 che lega la superficie filtrante (S), il numero di abitanti equivalenti(N) e l’altezza filtrante (h), quest’ultimo valore deve essere compreso tra 0,9 e 1,5 m
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Filtri percolatori aerobici ad uscita alta con soffiante (per Tab. 4)

Il filtro percolatore è un reattore biologico all’interno del quale i microrganismi, che svolgono la depurazione del refluo, si sviluppano sulla superficie di appositi corpi di riempimento disposti alla rinfusa.

  • Utilizzo e specifiche

    • TUBAZIONE DI DISTRIBUZIONE: tubazione forata per la distribuzione omogenea del refluo sulla superficie del filtro.
    • MASSA FILTRANTE: corpi di riempimento in materiale plastico ad alta superficie specifica che fungono da supporto per lo sviluppo di una flora batterica aerobica responsabile della depurazione del refluo.
    • TUBAZIONE DI RACCOLTA: tubazione per la captazione inferiore del refluo depurato e il successivo convogliamento all’uscita.
    • SOFFIANTE COMPRESSORE: per il pompaggio dell’aria all’interno della vasca (compreso nella fornitura).
    • PIATTI DIFFUSORI: per la distribuzione dell’aria a micro bolle (compreso nella fornitura).
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento secondario delle acque reflue civili.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO:  Delibera Comitato Interministeriale per la Tutela delle Acque n°48/77, Decreto Legislativo n°152/06, D.G.R.
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Trattamento secondario spinti DEP per scarico in Tab. 4

I trattamenti secondari formati da un percolatore anaerobico e da un impianto a fanghi attivi, permettono di ottenere un abbattimento vicino al 100% per quello che riguarda il carico organico e i solidi sospesi e una riduzione molto spinta del carico di azoto e di fosforo contenuti nelle acque reflue civili.

  • Utilizzo e specifiche

    MASSA FILTRANTE: corpi di riempimento in materiale plastico ad alta superficie specifica che fungono da supporto per lo sviluppo di una flora batterica anaerobica responsabile della depurazione del refluo.

    AREA DI OSSIGENAZIONE: zona in cui grazie alla presenza di piatti diffusori d’aria a micro bolle, alimentati da soffiante-compressore esterno, il refluo viene miscelato ed ossigenato. In questa maniera si sviluppa una flora batterica aerobica che trasforma i composti biodegradabili in CO2, l’azoto organico in ammoniaca e l’ammoniaca in nitrati.

    AREA DI SEDIMENTAZIONE E DISINFEZIONE FINALE: zona di calma in cui i fanghi residui sedimentano e vengono convogliati nuovamente alla sezione

    di ossigenazione. Sulla tubazione di uscita è presente un alloggio, nel quale posizionare una pastiglia di cloro a lento rilascio. Il refluo, prima di essere scaricatoviene così disinfettato.

    SOFFIANTE-COMPRESSORE: per l’insufflazione forzata di ossigeno all’interno del depuratore a fanghi attivi (compreso nella fornitura).

  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento secondario delle acque reflue civili.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Delibera Comitato Interministeriale per la Tutela delle Acque n°48/77, Decreto Legislativo n°152/06.
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Trattamento secondario spinti DEP RF con ricircolo fanghi

Trattamenti secondari formati da un percolatore anaerobico e da un impianto a fanghi attivi con ricircolo fanghi, permettono di ottenere un abbattimento vicino al 100% per quello che riguarda il carico organico e i solidi sospesi e una riduzione molto spinta del carico di azoto e di fosforo contenuti nelle acque reflue civili.

  • Utilizzo e specifiche

    • MASSA FILTRANTE: corpi di riempimento in materiale plastico ad alta superficie specifica che fungono da supporto per lo sviluppo di una flora batterica anaerobica responsabile della depurazione del refluo.
    • AREA DI OSSIGENAZIONE: zona in cui grazie alla presenza di piatti diffusori d’aria a micro bolle, alimentati da soffiante-compressore esterno, il refluo viene miscelato ed ossigenato. In questa maniera si sviluppa una flora batterica aerobica che trasforma i composti biodegradabili in CO2, l’azoto organico in ammoniaca e l’ammoniaca in nitrati.
    • AREA DI SEDIMENTAZIONE E DISINFEZIONE FINALE: zona di calma in cui i fanghi residui sedimentano e vengono convogliati nuovamente alla sezione di ossigenazione. Sulla tubazione di uscita è presente un alloggio, nel quale posizionare una pastiglia di cloro a lento rilascio. Il refluo, prima di essere scaricatoviene così disinfettato.
    • SOFFIANTI-COMPRESSORI: per l’insufflazione forzata di ossigeno all’interno del depuratore a fanghi attivi e per sistema di ricircolo air-lift (compresi nella fornitura).
    • CONDOTTA DI RICIRCOLO FANGHI
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento secondario delle acque reflue civili.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO:  Delibera Comitato Interministeriale per la Tutela delle Acque n°48/77, Decreto Legislativo n°152/06.

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Deoliatori gravitazionali

Le vasche di disoleatura statica sono vasche di calma che vengono dimensionate con tempi di ritenzione, riferiti alla massima portata scaricata, di almeno 15 minuti. Questi disoleatori sono definiti di classe II secondo la UNI-EN 858-1 e sono costituiti da una zona di sedimentazione in cui avviene la separazione del liquido leggero (massa volumica non superiore a 0,85 g/cm3) e degli inerti: fanghi, sabbie e limo.

  • Utilizzo e specifiche

    • AREA DI SEPARAZIONE E ACCUMULO OLI: zona di calma in cui le sostanze galleggianti quali oli, grassi ed eventuali schiume si separano dal refluo e si accumulano sulla superficie.
    • SEDIMENTATORE: sedimentatore conico che permette al flusso di rallentare così che le sostanze pesanti (sassolini, sabbie, pezzi di gomma e di metallo,…) possano sedimentare più facilmente ed essere convogliate nella sezione sottostante di accumulo fanghi.
    • AREA DI ACCUMULO SEDIMENTI PESANTI: zona di calma in cui le sostanze pesanti sedimentando e si accumulano.
    • TUBAZIONE DI USCITA: è caratterizzata da una tubazione che preleva il refluo all’incirca a metà vasca, cioè nella zona più limpida, in maniera da evitare la fuoriuscita del materiale galleggiante e di quello sedimentato.
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento delle acque di scolo di superfici coperte e scoperte di piazzali, parcheggi, autosaloni, garages,…
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO:  D.lvo 152/2006 .
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Deoliatori con filtro a coalescenza

I deoliatori con filtro a coalescenza permettono di ottenere maggiori rendimenti di rimozione delle sostanze leggere. Il sistema sfrutta un supporto di spugna poliuretanica su cui si aggregano le particelle di oli ed idrocarburi, fino a raggiungere dimensioni tali da poter abbandonare il refluo per gravità.

  • Utilizzo e specifiche

    • AREA DI SEPARAZIONE: zona di calma in cui le sostanze galleggianti quali oli, grassi ed eventuali schiume si separano dal refluo e si accumulano sulla superficie mentre le sostanze pesanti (sassolini, sabbie, pezzi di gomma e di metallo,…) sedimentano sul fondo della vasca.
    • AREA DI ACCUMULO: gli oli separati dal refluo si accumulano sulla superficie.
    • AREA DI ACCUMULO SEDIMENTI PESANTI: i materiali pesanti separati dal refluo si accumulano sul fondo della vasca.
    • FILTRO A COALESCENZA: filtro in materiale poliuretanico a microbolle fini inserito all’interno di una griglia in acciaio inox, estraibile grazie alla presenza di un basamento e a delle guide sempre in acciaio inox. Il filtro a coalescenza è in grado di aggregare le particelle fini di olio presenti nel refluo in gocce di più grandi dimensioni tali che possano migrare verso la superficie separandosi dal refluo.
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento delle acque di scolo di superfici coperte e scoperte di piazzali, parcheggi, autosaloni, garages,…
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO:  D.lvo 152/2006, norma UNI EN 858-1 . Impianti di separazione per liquidi leggeri (per esempio benzina e petrolio). Parte 1 – Principi di progettazione, prestazione e prove sul prodotto, marcatura e controllo qualità.

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Deoliatori con filtro a coalescenza con By-Pass

Il deoliatore è munito di un collettore interno di by-pass che si attiva automaticamente quando la portata del refluo in ingresso supera quella di progetto. Quella in eccesso viene convogliata direttamente all’uscita evitando di sovraccaricare il filtro a coalescenza. Rispetto alla portata massima di ingresso, quella trattata è pari al 20%.

  • Utilizzo e specifiche

    • AREA DI SEPARAZIONE: zona di calma in cui le sostanze galleggianti quali oli, grassi ed eventuali schiume si separano dal refluo e si accumulano sulla superficie mentre le sostanze pesanti (sassolini, sab-bie, pezzi di gomma e di metallo,…) sedimentano sul fondo della vasca.
    • AREA DI ACCUMULO OLI: gli oli separati dal refluo si accumulano sulla superficie.
    • AREA DI ACCUMULO SEDIMENTI PESANTI: i materiali pesanti separati dal refluo si accumulano sul fon-do della vasca.
    • FILTRO A COALESCENZA: filtro in materiale poliuretanico a microbolle fini inserito all’interno di una griglia in acciaio inox, estraibile grazie alla presenza di un basamento e a delle guide sempre in acciaio inox. Il filtro a coalescenza è in grado di aggregare le par-ticelle fini di olio presenti nel refluo in gocce di più grandi dimensioni tali che possano migrare verso la superficie se-parandosi dal refluo.
    • BYPASS INTEGRATO: si attiva automaticamente quando la portata del refluo in ingresso supera quella di progetto. Quella in eccesso viene convogliata direttamente all’uscita evitando di sovraccari-care il filtro a coalescenza.
    • OTTURATORE AUTOMATICO: dispositivo in materiale plastico che permette di chiudere automaticamente la tubazione di uscita al raggiungimento del livello massimo di contenimento degli oli.
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento delle acque di scolo di superfici coperte e scoperte di piazzali, parcheggi, autosaloni, garages,…
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO:  Decreto Legislativo n. 152/06 ; UNI-EN 858-1
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Impianti di prima pioggia in accumulo

L’impianto comprende un pozzetto scolmatore, un sistema di accumulo con valvola di chiusura automatica e pompa sommersa temporizzata, un sistema di trattamento di dissabbiatura e disoleatura dimensionato secondo normativa UNI-EN858-1 e conforme alle richieste del D.lgs 152/06 .

  • Utilizzo e specifiche

    • POZZETTO SCOLMATORE: convoglia le acque di pioggia raccolte dal piazzale al serbatoio di accumulo e, quando questo è pieno, le acque di seconda pioggia direttamente allo scarico finale attraverso la tubazione di by-pass
    • SERBATOIO DA ACCUMULO: è dimensionato per il contenimento delle acque di prima pioggia di un evento meteorico pari ai primi 5 mm di precipitazione distribuiti uniformemente sulla superficie di raccolta. Sulla tubazione di ingresso è presente una valvola di chiusura a galleggiante. La presenza di una pompa temporizzata permette di svuotare il serbatoio a portata costante e di convogliare il refluo al sistema di depurazione con un ritardo di 48-96 ore dalla fine dell’evento meteorico. Tale tempo permette di separare dal refluo il materiale solido in sospensione.
    • QUADRO ELETTRICO: per il comando della pompa di rilancio, attiva la partenza della pompa di rilancio delle acque di prima pioggia con un ritardo regolabile. Per legge tale ritardo deve essere compreso tra le 48 e le 96 ore dalla fine dell’evento meteorico.
    • SISTEMA DI DEPURAZIONE: composto, a seconda da modello, da un dissabbiatore e da un deoliatore con filtro a coalescenza per la depurazione delle acque di prima pioggia accumulate nel serbatoio e rilanciate dalla pompa a portata costante.
    • POZZETTO PRELIEVI FISCALI: per il prelievo di campioni di refluo all’uscita dell’impianto di depurazione.
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento delle acque di scolo di superfici coperte e scoperte di piazzali, parcheggi, autosaloni, garages,…
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO:  D.lvo 152/2006, norma UNI EN 858-1 (deoliatore), norme regionali sul trattamento delle acque di prima pioggia.
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Impianti di prima pioggia in continuo

L’impianto comprende un pozzetto scolmatore, un sistema di accumulo con valvola di chiusura automatica e pompa sommersa temporizzata, un sistema di trattamento di dissabbiatura e disoleatura dimensionato secondo normativa UNI-EN858-1 e conforme alle richieste del D.lgs 152/06 .

  • Utilizzo e specifiche

    • POZZETTO SCOLMATORE: convoglia le acque di pioggia raccolte dal piazzale al serbatoio di accumulo e, quando questo è pieno, le acque di seconda pioggia direttamente allo scarico finale attraverso la tubazione di by-pass.
    • SEZIONE DI DISSABBIATURA: vasca di calma in cui le sostanze pesanti (sassolini, sabbie, pezzi di gomma e di metallo,…) sedimentano e si accumulano sul fondo della vasca. Contemporaneamente le componenti grossolane leggere (gocce di olio, idrocarburi ed eventuali schiume) si accumulano sulla superficie.
    • SEZIONE DI DISOLEAZIONE CON FILTRO A COALESCENZA: grazie al filtro a coalescenza in materiale poliuretanico a microbolle fini inserito all’interno di una griglia in acciaio inox, estraibile grazie alla presenza di un basamento e a delle guide sempre in acciaio inox le particelle fini di olio e idrocarburi si aggregano in gocce di più grandi dimensioni tali che possano migrare verso la superficie separandosi dal refluo.
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: trattamento delle acque di scolo di superfici coperte e scoperte di piazzali, parcheggi, autosaloni, garages,…
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO:   D.lvo 152/2006, norma UNI EN 858-1 (deoliatore), norme regionali sul trattamento delle acque di prima pioggia.
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Vasche di laminazione con pompa

La vasca di laminazione è un serbatoio di stoccaggio temporaneo la cui funzione è quella di regolare la portata di pioggia scaricata verso un recettore finale (pubblica fognatura, fossato, corso idrico,…) in maniera che sia convogliata una portata non superiore ad un limite stabilito dagli enti territoriali e/o gestori del servizio fognatura.

  • Utilizzo e specifiche

    • TUBAZIONE DI ENTRATA: per convogliare il flusso
    • ZONA DI CALMA: dove avviene la sedimentazione delle acque in entrata
    • ELETTROPOMPA SOMMERSA: per regolare la portata di pioggia da scaricare nel recettore finale
    • TROPPO PIENO DI SICUREZZA
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO:  Stoccaggio temporaneo delle acque di pioggia raccolte da una superficie impermeabile (strade, parcheggi, tetti, coperture in genere, magazzini, marciapiedi,…), durante un evento meteorico.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO:   Regolamenti locali tra cui: Comune di Trento: istruzioni per il dimensionamento di una vasca di laminazione – Gennaio 2011 Titolo 3 del DGR 53 del 27/01/2014, Regione Marche
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Vasche di laminazione a gravità

La vasca di laminazione è un serbatoio di stoccaggio la cui funzione è quella di regolare la portata di pioggia scaricata verso un recettore finale (pubblica fognatura, fossato, corso idrico,…) in maniera che sia convogliata una portata non superiore ad un limite stabilito dagli enti territoriali e/o gestori del servizio fognatura.

  • Utilizzo e specifiche

    • TUBAZIONE DI ENTRATA: per convogliare il flusso
    • ZONA DI CALMA: dove avviene la sedimentazione delle acque in entrata
    • TUBAZIONE DI USCITA: per regolare la portata di pioggia da scaricare nel recettore finale
    • TROPPO PIENO DI SICUREZZA
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO:  Stoccaggio temporaneo delle acque di pioggia raccolte da una superficie impermeabile (strade, parcheggi, tetti, coperture in genere, magazzini, marciapiedi,…), durante un evento meteorico.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO:  Regolamenti locali tra cui: Comune di Trento: istruzioni per il dimensionamento di una vasca di laminazione – Gennaio 2011 Titolo 3 del DGR 53 del 27/01/2014, Regione Marche
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Dissabbiatori

La dissabbiatura è un pretrattamento fisico di rimozione di tutte le sostanze che hanno peso specifico superiore all’acqua (sassi, sabbie, foglie, etc.) proveniente dal dilavamento di superfici coperte o scoperte (strade, parcheggi, iazzali di magazzini e depositi) e aree di lavaggio. Il dissabbiatore è una vasca di calma all’interno del quale avviene una riduzione della velocità del fluido che consente la sedimentazione dei solidi sospesi, che si depositano e accumulano sul fondo della vasca.

  • Utilizzo e specifiche

    • AREA DI CALMA: zona di deflusso del refluo separato e trattato
    • SEDIMENTI: area in cui si realizza il temporaneo accumulo dei solidi (residui di cibo, ecc…)
  • Caratteristiche tecniche

    • IMPIEGO: Trattamento primario delle acque di dilavamento di superfici coperte e delle acque di pioggia derivanti da superfici scoperte, piazzali, parcheggi, aree industriali, stazioni di servizio etc.
    • NORMATIVE DI RIFERIMENTO: Decreto Legislativo n. 152/06 UNI EN 858-1 UNI EN 858-2
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